Quella di sinistra, al comando del colonnello D’Amigo doveva raggiungere Fusina via acqua, quella del centro, comandata dal colonnello Morandi, doveva percorrere la strada ferrata e ‘Ideale’ è una parola decisamente fuori moda da almeno 30 anni. Oggi si sente parlare di mercati, affari, flessibilità, competitività, spread.
Nei primi decenni dell’Ottocento, fondata su ben altri valori, prendeva avvio una vicenda storica nota come Risorgimento e celebrata recentemente con i 150 anni dell’Unità d’Italia; una vicenda animata dalle riflessioni di intellettuali come Cattaneo, Foscolo, Gioberti, Mazzini, Nievo, Settembrini, sostenuto nella fase iniziale addirittura dal Pontefice Pio IX, che vide protagonisti uomini d’arme come Garibaldi, i Fratelli Bandiera, Pepe, Pisacane e che seppe coinvolgere consistenti strati della popolazione in un sogno divenuto poi realtà. Nessuno credo abbia nostalgia della dimensione drammaticamente cruenta dei grandi fatti che resero possibile l’indipendenza del nostro paese dalla dominazione straniera, eventi che dovrebbero costituire un esempio chiaro di come un’ideale sappia smuovere gli intelletti dall’apatia mentale, consentendo al popolo di determinare il proprio destino.
La Rivoluzione Veneziana, momento significativo del Risorgimento, non fu indirizzata contro lo ‘straniero’ bensì rivolta ad affermare il diritto all’autodeterminazione dei popoli, alla quale parteciparono molti ‘stranieri’ come Svizzeri e Polacchi e centinaia di ‘foresti’ Napoletani, Lombardi e Romagnoli.
Durante i 17 mesi della Repubblica Veneziana di Daniele Manin si svolse una battaglia memorabile, la Sortita di Mestre, che contribuì certamente a sollevare lo spirito dei molti patrioti che in varie parti d’Italia lottavano per l’Unità e l’Indipendenza. Il 27 ottobre 1848, circa 2000 volontari, suddivisi in 3 colonne, mossero da Venezia e dal Forte Marghera, conquistato dai Mestrini il 22 marzo, per attaccare le postazioni austriache situate a Mestre.quindi sgomberare le truppe austriache trincerate nella stazione ferroviaria, quella di destra, guidata la colonnello Zambeccari, aveva il compito di occupare il Piazzale delle Barche avanzando lungo il Canal Salso. Dopo un furioso combattimento sul Ponte della Campana (attuale Via Poerio) la guarnigione austriaca fu allontanata da Mestre. Furono fatti prigionieri 500 soldati nemici e conquistati vari trofei tra cui 5 cannoni, 6 cavalli, carri, bagagli, documenti del generale austriaco Mittis. Dopo qualche giorno il generale Pepe passò in rassegna in Piazza San Marco le truppe che avevano preso parte alla battaglia “fra il delirante entusiasmo dei Veneziani, che non si stancavano mai di ammirare i trofei della vittoria”.
Nel 1898 fu stampata una pubblicazione, che commemorava il 50° anniversario dei “Fatti memorandi “ del 1848, nella quale viene descritta la Sortita di Mestre.
Riportiamo qui integralmente il testo di tale descrizione, nella quale la dimensione ideale prevale sul dramma che ogni fatto d’arme comporta; un testo che va letto tenendo ben presente la diversità tra i moduli espressivi attuali e quelli del tempo, che possono apparire oggi intrisi di retorica. Ci sia consentito di sperare che questa pagina di storia possa insegnare che, con i nuovi strumenti che la democrazia e la tecnologia ci mette a disposizione, se animati da un forte ideale si può divenire artefici e protagonisti del proprio destino.
“COMITATO GENERALE PER LA COMMEMORAZIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DEI FATTI MEMORANDI MDCCCXVIII-XLIX”