Secondo la Fao, tra il 1970 e il 1990, il consumo di carne è cresciuto, nel mondo, del 50% e la produzione del settore zootecnico di oltre 250% dagli anni ’60 al 2000.
Dopo, il consumo di carne è rimasto stabile in Occidente, mentre è drammaticamente aumentato in paesi come Cina e India, che sperimentano, per la prima volta, la ricchezza.
Ma nel mondo occidentale, dove tale consumo è molto diffuso, si fa sempre più forte la critica nei suoi confronti: moltissimi studi scientifici provano i danni dell’abuso di carne (certificato nel 2015 dall’Agenzia per la Ricerca sul Cancro-IARC dell’OMS). Agli studi si aggiungono crescenti pressioni animaliste contro allevamenti intensivi, spesso simili a lager.
La catena produttiva della carne, con le emissioni di metano e il consumo di suolo è fonte diemergenze ambientali e climatiche. Causa, inoltre, profonde disuguaglianze a livello planetario: immense praterie del Sud del mondo diventano monoculture per nutrire animali da macello.
Sono piantagioni (con OGM e diserbanti tossici) che tolgono spazio a coltivazioni che potrebbero sfamare miliardi di persone sottoalimentate o alla fame: così una parte crescente della popolazione mondiale resta a guardare le tonnellate di mais e soia destinate ad animali geneticamente modificati, e non ai propri figli. Ma, non essendo acquirenti del prodotto finale, non hanno voce in capitolo, restano inascoltate.
Per questo dibbiamo essere noi, abitanti del Nord del mondo, a promuovere un nuovo stile di vita meno dipendente dalle proteine animali.
Serve agire con le istituzioni, per modificare il sistema di sussidi che alimenta questo mercato di morte: un primo passo potrebbe essere la maggiore tassazione della carne, come per le sigarette o le bibite gassate (in Francia): e, come secondo passo, orientare le nostre scelte verso prodotti più salutari, una dieta prevalentemente vegetariana, basata su prodotti locali e stagionali. Questo porterebbe ad un drastico calo del mercato della carne, la direzione da seguire per un mondo più equo. Ci guadagnerebbero la nostra salute, l’ambiente e gli animali.