NONVIOLENZA PER LA TERRA (2023)

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Tre persone vengono uccise ogni settimana, più di 200 ogni anno, quasi tutte nel Sud del mondo,
mentre difendono la loro terra, la salute del pianeta e dei suoi abitanti animali e vegetali
dalla violenza di speculatori e inquinatori. Ad esse dedichiamo questo libro sulle lotte nonviolente
a difesa dell’ambiente: l’acqua che beviamo e il clima sempre più arroventato, il paesaggio
assediato dal cemento e i beni culturali ignorati e calpestati, la salute di operai e popolazioni inquinate
e quella degli animali ammassati negli allevamenti-lager, le foreste spazzate via da società di rapina
con governi conniventi e le popolazioni native derubate delle loro terre.
Si tratta di un grandissimo numero di iniziative che, in Europa, America, Africa ed Asia, segnano una
nuova concezione del mondo con al primo posto la vita e non l’interesse economico e che (con
grandi difficoltà ma incredibili risultati) arrivano a rovesciare scelte politiche che non vedono oltre i
loro piccoli (spesso squallidi) interessi.
Si parte dal movimento antinucleare inglese fino ad Extinction Rebellion, alle rivolte contadine
francesi del Larzac, a quelle vittoriose contro l’inutile secondo mega-aeroporto di Nantes e quelle ancora
in corso di Soulèvements de la Terre. Si percorre in Germania la lunga marcia dalle Iniziative
civiche ai Grünen di Petra Kelly, fino ai ribelli di Lützerath che resistono all’apertura di un’enorme
miniera di carbone. Poi Greta e i Venerdì per il nostro futuro, le madri polacche che allattano e
salvano la foresta vergine, i Sioux che difendono le colline sacre del Dakota dall’oleodotto di Trump,
Rachel Carson che denuncia la “primavera silenziosa” del DDT, Julia che salva la sequoia Luna
vivendoci per due anni a 55 metri, l’”avvocata di strada” Erin Brockovich e gli avvocati Bilott e
Nader che difendono il popolo degli inquinati, Chico Mendes con i suoi Seringueiros difende la foresta
amazzonica, come le Donne del Rio Nero e tante/i altri, così come Moira e le donne Mapuche
difendono la Patagonia argentina dai petrolieri. E poi la donna-albero del Kenya, Wangari Maathai,
Nobel che col suo movimento pianta 52 milioni di alberi, per arrivare a Vandana e alle donne del
movimento Chipko (in copertina) che salvano, abbracciandoli, gli alberi dell’Himalaya.

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