Un altro Lido è possibile: al Consiglio di Stato contro il Comune di Venezia e si salva Cà Roman dalla cementificazione!!!

Certo che non è un gran spettacolo quello di questi ultimi tempi, che vede associazioni, comitati, cittadini, a dover lottare legalmente contro i propri amministratori per impedire la distruzione dei beni comuni.

E’ successo per salvare Cà Roman dalla speculazione; i cittadini hanno dovuto autotassarsi e giungere fino al giudizio del Consiglio di Stato per preservare i luoghi che chiunque avrebbe salvaguardato dalla speculazione. Chiunque, meno che il Comune di Venezia. Un bellissimo segnale anche questo che finalmente le cose iniziano a cambiare, anche se al costo di enormi fatiche.

Ecco il comunicato del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Lido di Venezia:

Il Consiglio di Stato, con l’ordinanza presentata il 26 marzo scorso, ha accolto l’appello presentato da Italia Nostra per una sospensiva dei lavori a Ca’ Roman. Secondo le Associazione ambientaliste l’inizio dei lavori avrebbe comportato la distruzione dell’ambiente e del paesaggio (il progetto prevede la realizzazione di 11 delle 42 ville in un ‘area di “elevato interesse naturalistico”), vanificando così il ricorso presentato al TAR. Nella Sua ordinanza, il Consiglio di Stato ha riconosciuto che la modifica allo stato dei luoghi avrebbe comportato un “danno grave e irreparabile” al sito. Il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Lido,  ha svolto un ruolo di primo piano nella difesa di Ca’ Roman, prima presentando insieme alla LIPU le osservazioni al “piano di recupero” e poi garantendo il supporto tecnico ed economico a Italia Nostra nei ricorsi intrapresi. Salvatore Lihard, portavoce del Coordinamento, ha dichiarato: ”Il riconoscimento del Consiglio di Stato è importante per le Associazioni ambientaliste e per tutti i cittadini che hanno a cuore il bene comune. Da domani potremo affrontare con fiducia i prossimi, impegnativi passaggi legali che ci aspettano. Da domani è più concreta la possibilità di preservare Ca’ Roman dalla speculazione edilizia”.

 

FORTE MARGHERA: NASCE IL PIANO DI RECUPERO

Il 28 marzo 2013 la Giunta approva il piano di recupero del Forte Marghera..Il Piano di Recupero è stato predisposto dagli uffici tecnici dell’assessorato all’Urbanistica con la supervisione della Soprintendenza, attribuendo ad ogni edificio la sua potenziale destinazione d’uso. E presto dovrebbe vedere la luce anche  il bando per gestire gli spazi. Si auspica  che questo bando, così come richiesto dalle quasi 5.000 firme di cittadini raccolte dal Gruppo di Lavoro per Forte Marghera, venga condiviso e discusso con la città per avvicinarsi il più possibile alle Linee Guida scaturite dall’OST (Open Space Technology) che hanno definito quali sono le volontà dei moltissimi cittadini che vi hanno partecipato.

 

POTATURE DEGLI ALBERI- RICHIESTA DELLA L.I.P.U. DI CHIARIMENTI SU INTERVENTI A MESTRE E A MARGHERA:

La LIPU ha presentato una richiesta di chiarimenti in merito alle potature effettuate nel comune di Venezia, a Mestre e a Marghera:

Oggetto: L..I.P.U./BirdLife Italia, Sezione di Venezia, tutela verde urbano, richiesta informazioni in merito a una potature non conformi ed in contrasto con la vigente normativa eseguite nelle Municipalità di Venezia – Mestre e Venezia- Marghera.

 

RISCHIO STOP AI CANTIERI DEL CANDIANI:

I lavori per costruire il multiplex dei Furlan, progettato da Caprioglio, e fortemente contestato da moltissimi cittadini soprattutto per il fatto di avere distrutto (si spera possa tornare presto come era) il giardino pubblico al suo fianco, iniziano ad avere le prime grane.

Questa volta il problema è nella sede dei ragazzi della sala prove Monteverdi. Pare che nessuno abbia pensato dove metterli. A suo tempo erano stati privati della Monteverdi di via San Pio x per lasciare spazio all’incompiuto, quel cubo di vetro e cemento voluto dal trio Cacciari-Marinese-Caprioglio finito miseramente nell’attuale degrado, e trasferiti al Candiani, negli edifici bassi.

Ora la  il proseguimento dei lavori li  sfratterà  dal loro nuovo posto, solo che al momento nessuno sa dove. Nel frattempo l’assessorato all’Ambiente ricerca di una sistemazione, che però non pare sia semplicissima da trovare.

E’ da sperare che la cosa possa avvenire al più presto, altrimenti si rischia di avere l’ennesimo cantiere fermo in centro a Mestre.

 

LA NUOVA BARRIERA VERDE IN TANGENZIALE:

Nei giorni scorsi sono usciti alla luce gli studi sulla salute dei cittadini che vivono in prossimità della tangenziale. E questi dati sono veramente spaventosi.

E’ necessario  che vengano presi immediati provvedimenti per fermare questa infernale fabbrica di malattie. L’assessore Bettin chiede un corridoio ecologico, Michele Boato di AmicoAlbero propone una vera barriera alberata.

Una soluzione potrebbe essere quella di declassare la tangenziale ad uso esclusivamente locale; le attuali tre corsie per senso di marcia potrebbero diventare una o due, e il resto utilizzarlo a verde, come è già stato fatto in altre città, aggiungendo, magari, un percorso ciclabile.

Alla prossima.

ASSOCIAZIONE AMICOALBERO

VIA COL MOSCHIN, 20 – MESTRE

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