Un Ponte, un Canale e l’Antica Posta di Mestre – Sintesi

Avvenimenti della storia europea lungo il Canal Salso (rev. 20101125)

 

 

Le testimonianze storiche (Ponte di Marghera – 1588, Cava Gradeniga – 1362, Posta Antica-Garage Reale – 1615), delle quali si vuole promuovere la tutela e la valorizzazione, sono situate nello spazio di circa 2400 metri. Esse, tuttavia, sono legate, direttamente od indirettamente, a vicende di rilievo internazionale svoltesi in ambiti geografici di ben più ampie dimensioni, a grandi avvenimenti della storia italiana ed europea che si intende qui documentare al fine di evidenziare il rilevante valore storico-testimoniale di detti manufatti. Fatti noti e meno noti come:

 

  • la realizzazione della via Annia nel 131 a.C., che collegava Padova, Altino, Concordia ed infine Aquileia, ad opera del pretore T. Annio Rufo,
  • episodi della Guerra di Chioggia (1378),
  • vicende ed aspetti della storia postale veneta ed austriaca,
  • il rapporto tra l’allontanamento dei fiumi dalla laguna e le trasformazioni urbanistiche dell’antica Marghera (attuale Forte Marghera) e Piazza Barche,
  • le ripercussioni della Guerra Di Morea sulla repressione del contrabbando lungo la Cava Gradeniga (Canal Salso),
  • l’assedio austriaco a Forte Marghera preso per iniziativa della Guardia Civica di Mestre il 22 marzo 1848,
  • il ruolo del Canal Salso nella difesa del forte dall’assedio austriaco,
  • la concessione di Vittorio Emanuele III di innalzare lo stemma dei Savoia sulla facciata del   Garage Reale concepito come “la porta d’ingresso dei grandi percorsi europei”,
  • l’attentato alla sede della questura c/o la Posta Antica (1944), episodio dell’epopea partigiana a Mestre.

 

Mutatio “Ad Nonum”

 

Nel 131 a.C. il pretore T. Annio Rufo fece costruire un’importante strada denominata Annia; tale via congiungeva Adria con Padova, Altino, Concordia ed infine Aquileia.

Con ogni probabilità la mutatio “Ad Nonum”, riportata nell’Itinerario Burdingalense,  dove i corrieri potevano effettuare il cambio dei cavalli, dovrebbe corrispondere proprio all’antica Marghera (attuale Forte Marghera).

 

Nel Medioevo

Notizie certe su questa area tuttavia sono disponibili a partire dall’epoca medievale: nel 1232, ad esempio, gli Statuti del Comune di Treviso, da cui Mestre dipendeva, stabilivano la tariffa (fino a 4 soldi) per il noleggio dei cavalli (De equis ad naulum) da Treviso a Mestre e Marghera e le eventuali penali per la ritardata restituzione dell’animale.

 

Il 29 settembre 1337 (San Michele) ebbe poi inizio, con la conquista del Castello di Mestre, occupato dagli Scaligeri, l’espansione della Serenissima nella terraferma e meno di un secolo dopo (1341) fu decretata, sotto il Dogado di Bartolomeo Gradenigo, la realizzazione di uno dei più antichi manufatti presenti in questa area: la Cava Gradeniga detta anche Canale di Mestre ed attualmente Canal Salso. L’importante via di comunicazione ebbe da sempre funzioni sia commerciali che militari, caratterizzando, in svariati modi, la vita e la storia di questo territorio.

Durante la Guerra di Chioggia (1378), Venezia si trovò a combattere i Genovesi lato mare e lato terra la lega formata da Ungari, Friulani, Padovani, capeggiata da Francesco da Carrara Signore di Padova che fece costruire  un ponte sulla Cava Gradeniga e dei grandi bastioni  per impedire il trasporto di generi alimentari da Venezia a Mestre. Sconfitto il Carrarese la navigazione riprese ma l’apporto continuo di detriti ed acqua dolce stava determinando l’interramento della laguna con rilevanti problemi per la sicurezza di Venezia. Per tale motivo venne costruito nel 1454 un argine da Marghera a Fusina e relativo canale dove furono convogliati vari corsi d’acqua tra cui il Marzenego ed il Bottenigo; fu quindi realizzato un ulteriore argine posto di traverso alla Cava Gradeniga che impediva il libero transito alle barche che dovevano essere sollevate e trasportate dalle acque dolci alla laguna per mezzo di una specie di gru detta ‘carro’ (1462). Quest’opera ebbe notevoli conseguenze. Le operazioni di sollevamento delle imbarcazioni richiedevano lunghe attese comportando la necessità di locali per il ricovero dei viaggiatori e degli animali. Aumentò così il numero delle osterie e degli stalli di Marghera mentre diminuiva l’importanza della Cava Gradeniga.

Nel 1489 nasce la Compagnia dei Corrieri Veneti alla quale il Senato di Venezia assegna l’esclusiva di tutti i servizi di corrispondenza, sia pubblica che privata e l’appalto delle stazioni di posta che gestivano in pieno regime di monopolio; portavano una giubba con l’insegna di S. Marco, il corno ed il copricapo di tasso. Le strade facenti capo al Canale dovevano essere interessate al frequente passaggio dei corrieri che portavano lettere e pacchi in varie parti d’Europa.

 

La Lega di Cambrai ed il Carro di Marghera

 

Nel 1513 le truppe imperiali e gli spagnoli della Lega di Cambrai, occuparono il veneto incendiando e distruggendo città e villaggi; giunti a Mestre il 30 settembre, continuarono la loro opera devastatrice, mettendo a fuoco il castello e i borghi; la presenza del ‘carro’ di Marghera ebbe la tragica conseguenza di impedire agli abitanti della terraferma di mettersi in salvo in laguna. L’aumento del traffico da Mestre a Marghera comportò l’esigenza di ricostruire il Ponte che fu realizzato in mattoni poco dopo il 1588 e che possiamo tuttora ammirare in tutta la sua imponenza, sebbene abbia perso sua funzione originaria. Se il canale da Marghera a Fusina aveva risolto il problema dell’interramento delle aree prossime a Venezia, cominciava a farsi sentire quello dei porti di San Nicoletto e Malamocco: la Repubblica intraprese quindi una imponente programma di diversione dei fiumi Sile, Brenta e Musone portandoli a sfociare fuori della laguna. Dopo tali opere i danni causati dall’apporto di acqua dolce vennero fortemente ridimensionati. Fu così possibile levare il ‘carro’ dando libero transito alle imbarcazioni, cosa che avvenne nel 1615. Non è casuale forse che, come si può dedurre da una lettera dei nobili fratelli Duodo, l’ “Hostaria ai 3 Penacchi” sia stata edificata proprio nel 1615. Questo potrebbe inquadrarsi nella ripresa della navigazione lungo la Cava Gradeniga, l’aumentata importanza delle zone lungo ed a capo il Canale e la conseguente diminuzione funzionale delle infrastrutture di Marghera.

 

La Guerra di Morea: Dazi, Hostarie e contrabbando

 

Nel 1687 il Capitano da Mar Francesco Morosini (futuro Doge) conquistò gran parte della Morea (Peloponneso). Il Senato decise di rendere al Morosini onori senza precedenti elevando, nella sala del Consiglio dei Dieci, una statua di bronzo sulla cui base venne incisa l’iscrizione: FRANCISCO MAUROCENO/PELOPONNESIACO ADHUC VIVENTI/SENATUS. La guerra aveva tuttavia un costo elevato che ricadeva sul bilancio dello stato, le cui entrate ordinarie erano costituite per circa 2/3 dagli introiti dei Dazi. Questi indusse il Senato ad una lotta più efficace al contrabbando di pane, farina e vino. Fu a tal fine nominato il nobile Sebastiano Capello Inquisitore sopra il Dazi. L’Inquisitore emise subito un proclama stabilendo le pene per i contrabbandieri che sarebbero stati processati, i barcaioli ai quali sarebbero state bruciate le barche, gli impegati statali negligenti o collusi per i quali era prevista anche l’impiccagione, ed altre pene per i gestori delle bettole. Per perseguire tali reati si sarebbero accettate anche denunce segrete da depositare nella Cassella del Magistrato.

Maggior era il numero delle osterie, più difficile era il controllo mentre maggiore erano le possibilità  di praticare il contrabbando. L’Inquisitor fece chiudere tutte le 20 osterie lungo il Canale delle quali in futuro avrebbero potuto riaprire solo due: una a Marghera e l’altra a Mestre. Gli stalli comunque sarebbero rimasti aperti proibendo tuttavia la vendita agli avventori di pane, farina e vino.

Le due osterie pubbliche avrebbero avuto l’insegna di San Marco per quella di Mestre, di San Teodoro quella di Marghera “Come i due santi proteggevano Venezia dalla parte del mare, altrettanto avrebbero fatto dalla parte di terra” (Giorgio Zoccoletto). Il Senato scelse nel 1689 come Pubblica Hostaria di Marghera quella della N.D. Betta Correr (all’Anzolo). Per quella di Mestre si aprì invece una sorta di gara tra i proprietari che  offrivano la loro magnificando i pregi dei rispettivi immobili; parteciparono alla gara i Foscarini con l’Hostaria alla Fornasa, i Falier, i Duodo con l’Hostaria ai Tre Penacchi.

Nella loro offerta i nobili fratelli Duodo sostenevano in sintesi che, a prescindere dal proprio interesse, la loro era più adatta delle altre ad essere prescelta come pubblica Hostaria per più ragioni quali il numero degli alloggi, la vastità delle stalle, la contiguità con il magazzino delle merci tedesche e, soprattutto perché lo stabile, posizionato a capo del Canale nel luogo più distante quindi dalla laguna e molto frequentato, era  quindi meno esposto degli altri alle attività illegali dei contrabbandieri.

 

 

Le guide postali del ‘700: si consiglia di ‘far capo a Mestre’

 

Nel 1700 il più prolifico e minuzioso autore di Guide Postali fu Giovanni Maria Vidari. La sua Guida Postale, pubblicata in sette edizioni, tra il 1718 ed il 1785 descrive molto fedelmente (avendoli lui stesso compiuti, in quanto ex Corriere della Serenissima Repubblica) molti viaggi ed itinerari postali.  Quella che segue è un estratto della descrizione di un viaggio a Londra, tratta dalla Guida sopradescritta “IL VIAGGIO IN PRATICA”, dove fornisce altri avvertimenti necessari per la vettura ed elencando alcuni viaggi che effettuò nell’accompagnare alquanti Eccellentissimi Ambasciatori in Varie Corti dell’Europa: “S’avverte in simile Viaggio di non pigliare che Vetturini Tedeschi, cioè di quelli che frequentemente viaggiano per la Germania, e far capo à Mestre, e non à Padova, né a Vicenza poiché si restarà poco soddisfatto, …”.

  

L’incisione del Canaletto ‘Mestre alle Barche’, Giacomo Casanova e Pio VI

 

L’acquaforte di Antonio Canal (Canaletto) ‘Mestre alle Barche’ (Windsor Castle)  fa parte di un album di 31 incisioni eseguite tra il 1744 ed 1746, commissionate da Joseph Smith, console inglese a Venezia. Joseph Smith vendette poi gran parte della sua collezione a re Giorgio III, creando la base per la grande collezione di dipinti di Canaletto di proprietà della Royal Collection. Tra le centinaia di possibili soggetti di elevato valore architettonico, monumentale, paesaggistico il Canaletto scelse di ritrarre il Porto e la Posta di Mestre.

Vari sono stati i passaggi di personaggi celebri tra i quali Giacomo Casanova che, in fuga dalle prigioni veneziane, arrivando a Mestre in gondola cercò dei cavalli alla Posta e, non trovandoli, si diresse all’Hostaria alla Campana.

Tra gli storici passaggi non possiamo dimenticare quello del 1782 del Pontefice Pio VI in viaggio verso Vienna per incontrare l’imperatore Giuseppe II, intenzionato ad incamerare le proprietà ecclesiastiche.. Il Papa accompagnato dai Procuratori di San Marco (alti funzionari), Alvise Contarini e Lodovico Manin, viaggiava su una su una delle due peote appossitamente allestite dall’architetto Gianantonio Selva (progettista del teatro ‘La Fenice’) con interni foderati di rasi, fondo ricoperto di tappeti, le insegne pontificie e dogali sulla cima dei due alberi. Alla voga sedici barcaioli della Confraternita del Traghetto di Mestre, comandati dal gastaldo Andrea Grasso. In laguna migliaia di barche addobbate, di remi alzati e di evviva dei Veneziani accolsero il pontefice. Il corteo, imboccato il Canal Salso, raggiunse così l’approdo di Marghera (attuale Forte Marghera) dove lo attendevano il Vescovo di Treviso Giustiniani, il parroco di Mestre Albrizzi, il Podestà di Mestre Priuli, attorniati da una folla immensa e da uno squadrone di cavalleria. Sulla riva erano pronte le carrozze predisposte dal mastro di posta Paolo Breda. Vi erano una trentina di staffieri, 23 pariglie di cavalli, ed un carro alla todesca per il bagaglio. Al suono dell’Ave Maria il corteo si avviò verso l’attuale Piazza Barche e, percorrendo un tratto della Strada Regia Postale giunse al palazzo degli Erizzo (sito nell’attuale p.le Donatori di Sangue).

 

Spionaggio a Mestre, Napoleone a Marghera, cade la Repubblica di Venezia

 

Nel 1797 gli Inquisitori di Stato vennero informati dai loro confidenti della presenza all’Hostaria alla Campana di due francesi sospetti di spionaggio. Venne pertanto intercettata la loro corrispondenza alla “Posta delle lettere delle Barche” e pagati 4 lire al giorno ai delatori. Misure ormai inutili: i Francesi avevano invaso il Veneto e Napoleone si recò all’osteria di Marghera dove vi erano i nobili Alvise Moncenigo, Tommaso Condulmer e Giacomo Giustinian i qualità di ambasciatori. Napoleone, dopo aver scrutato Venezia con il binocolo, se ne andò  senza degnare di un saluto i tre nobili ai quali fu dato, dal commissario Haller, un foglio con le condizioni per la resa che comprendevano l’abolizione dell’antico sistema aristocratico, la liberazione dei simpatizzanti per le idee francesi, le teste degli Inquisitori di Stato. Il 12 maggio 1797 il Maggior Consiglio decretò la fine della Repubblica.

 

I regolamenti del Traghetto, la Ferrovia Ferdinandea

 

Sulla gestione del Traghetto di Mestre, che agli inizi dell’Ottocento era in piena attività, vennero emanati due regolamentati. Quello francese del 1813 prevedeva tra l’altro l’obbligo della marchiature delle barche: con una M quelle di Mestre, più gradi ed affidabili in caso dei burrasca, con una V quelle di Venezia che potevano portare un numero minore di passeggeri. Quello austriaco del 1817 stabiliva che vi fosse un “incaricato politico” con il compito di far rispettare il regolamento del traghetto; nominato da Venezia egli disponeva di un locale situato presso la riva destra, presso l’attuale sottoportico dove stazionava un drappello di guardie e dove trovava posto un locale nel quale venivano rinchiusi i barcaioli che contravvenivano alle normative.

L’11 gennaio 1846 fu inaugurato il ponte ferroviario, progettato dall’ing. Tommaso Meduna e modificato dall’ing. Luigi Duodo, posto su 222 arcate per una lunghezza di 3601 m., con un costo di quasi 6 milioni. Gran parte del trasporto delle merci e dei passeggeri si spostò sulla ferrovia portando gravi conseguenze sul lavoro dei barcaioli.

 

L’assedio di Forte Marghera del 1848-49 e l’inaugurazione della Colonna della Sortita del 1886

 

Il 17 marzo 1848 Venezia insorse ed il governatore austriaco Paffly, temendo l’ira della folla fece liberare i patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. Vennero cacciati gli austriaci ed il 22 marzo fu proclamata la Repubblica Veneta di San Marco sotto la presidenza di Daniele Manin. Nello stesso giorno un manipolo di patrioti mestrini occuparono Forte Marghera. La neonata Repubblica resistette all’assedio nemico fino al 22 agosto 1848, sola città italiana, tra le molte insorte, a tener vivo per ben 17 mesi l’ideale di un Italia libera ed indipendente.

Il Campiello delle Barche, cioè la parte terminale dell’attuale piazza (tra la rotatoria ed il centro commerciale) fu teatro di numerose vicende legate al lungo assedio del forte. Il 18 giugno “48, al  ritorno delle truppe imperiali, vennero posti 2 cannoni “al principio della strada che guarda i Forti” (via Forte Marghera) ed il giorno seguente gli abitanti delle Barche furono trasferiti in luoghi più sicuri. Subito ebbero luogo i primi bombardamenti dal forte, alcuni giorni intensi, altri meno; in alcune giornate i cannoni tacevano. Il Canal Salso rappresentò un’importate risorsa tattica per rallentare la realizzazione delle opere d’assedio che gli Austriaci costruivano attorno al forte. I difensori infatti oltre a operare incursioni e cannoneggiamenti posero una diga di sbarramento sul Canal Salso, in modo da allagare il terreno, costringendo gli assedianti a lavorare in mezzo all’acqua ed al fango.

 

L’8 luglio 1848 il direttore delle Poste Magliana venne licenziato ed esiliato perché sospettato di fare il corriere per il Governo Rivoluzionario di Venezia.

Il 29 agosto 1848 l’ufficio postale venne spostato vicino alle prigioni (via Palazzo), luogo non esposto ai bombardamenti che provenivano dal Forte.

Il 27 ottobre 1848 si svolse un’epica battaglia nella quale i patrioti italiani, nettamente inferiori per numero e dotazioni, usciti di sorpresa dal Forte assediato dopo un furioso combattimento sul Ponte della Campana (attuale via Poerio) costrinsero il nemico alla fuga. Lo storico avvenimento fu ricordato con la collocazione di una colonna commemorativa situata in Piazza Barche.

Una foto del 1866  ci mostra il grande afflusso di gente, i labari ed i gonfaloni ed al centro il monumento che si eleva, contrariamente ad oggi, ‘sopra le teste’ dei manifestanti saldamente poggiato sulla possente gradinata; sullo sfondo la Torre Civica e la Posta Antica di Mestre.

 

Il Garage Reale, l’esplosione del 1944, la stazione delle corriere, le biciclette di Zanessi

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Il Garage Reale fu realizzato in Piazza Barche agli inizi del Novecento riutilizzando l’edificio che fino al 1848 era stato sede della stazione postale; veniva descritto come uno dei maggiori d’Italia, vasto 5000 mq., con 100 posti auto.

Era stato inoltre ristrutturato in modo da anticipare l’atmosfera in cui i viaggiatori si sarebbero immersi negli alberghi lagunari: “Costituisce – scriveva un cronista – la porta d’ingresso dei grandi percorsi europei e si è voluto, con una prima impressione di modernità e di lusso intonarsi ai magnifici alberghi della città e del Lido destinati ad ospitarli.”

Nel 1926 il Re Vittorio Emanuele III concesse di esporre lo Stemma Reale sulla facciata dell’edificio “volendo dare alla Società Servizi Automolistici Veneti, uno speciale e pubblico attestato della Sua benevola considerazione”;  con questa effige il garage appare in numerose foto e cartoline dell’epoca.

 

Nel 1944 i partigiani del battaglione Felisati fecero esplodere una bomba nell’edificio, già sede del garage Reale, che ospitava durante la guerra (1940-45) un distaccamento della questura. L’azione costituiva un’azione di disturbo per favorire il contemporaneo assalto alla centrale del latte di Carpenedo. L’esplosione causò la parziale distruzione del lato sinistro dell’edificio e la morte dell’impiegato del dazio. Un testimone dell’evento ricorda che la porta dell’ufficio volò dall’altra parte della piazza. Roberto Zanessi, che abitava sopra il negozio di biciclette che il padre Mario aveva aperto dall’inizio degli anni trenta,  si era visto crollare, in seguito allo scoppio, il soffitto sulla testa.

Per più di 60 anni questa parziale mutilazione, che non ha compromesso la statica dell’edificio, è testimone di un avvenimento dell’epopea partigiana a Mestre che andrebbe a nostro avviso segnalato nell’auspicabile ricostruzione della parte mancate.

 

L’Antica Posta-Garage Reale  fino alla fine anni “70 – inizio anni “80 del Novecento ospitava due attività legate ai trasporti ed ai viaggi, proseguendo così la sua secolare vocazione:

  • la biglietteria e la sala d’aspetto della società di trasporti FAP che curava il servizio di corriere verso Jesolo-San Donà (nella parte sinistra);
  • il negozio di biciclette Zanessi che era uno dei più forniti  di Mestre sia come bici che come parti di ricambio e che forniva inoltre servizi di riparazione (nella parte destra).

 

Avvenimenti principali

 

131 a. C. Le infrastrutture viarie ed il servizio postale in epoca romana.

Costruzione della via Annia e della stazione postale “AD NONUM” a Marghera Antica (attuale Forte Marghera).

 

1337 Espansionismo veneziano in terraferma iniziato nel 1337 con la conquista del Castello di Mestre.

 

1378 Guerra di Chioggia quando Venezia si trovava assediata dai Genovesi lato mare e Ungari, Frulani e Padovani lato terra
1454 Allontanamento delle foci dei fiumi, per ragioni di sicurezza, dalla Città di Venezia iniziato con l’escavo del canale Marghera-Fusina
1489 Assegnazione in esclusiva alla Compagnia dei Corrieri Veneti della corrispondenza, pubblica e privata, e della gestione delle stazioni di posta.

 

1513 Invasione delle truppe della Lega di Cambrai

 

1645-1669 Guerra di Candia (Creta) che causò un disavanzo pubblico di circa 1.200.000 ducati.

 

1684-1699 Guerra di Morea (Peloponneso) e le relative misure per garantirne il finanziamento, che avveniva grazie ad entrate straordinarie (inasprimenti fiscali, donazioni volontarie da parte di privati, e comunità, vendite di uffici, aggregazioni al patriziato) e ordinarie (dazi su pane, farina, vino).

 

1782 Passaggio del Pontefice Pio VI in viaggio per Vienna.

 

1797 Caduta della Repubblica di Venezia12 maggio 1797.

 

1846 Costruzione del ponte ferroviario translagunare nell’ambito della  realizzazione della Ferrovia Ferdinandea Venezia-Milano.
1848-1849 Assedio di Venezia e del Forte di Marghera da parte degli Austriaci.

 

1866 Annessione al Regno d’Italia.

 

1944 Attentato del battaglione partigiano Felisati al distaccamento della questura c/o la l’edificio della Posta Antica-Garage Reale.

 

 

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Guppo Valdemare

Mestre, 25 novembre 2010

(la petizione si può trovare in allegato – petizioneValdemare)

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